L’onesta presa d’atto di quanto ancora ci divide, non ci esime, tuttavia, di continuare il dialogo fraterno, di tenere aperto il confronto, avendo come obiettivo quella “diversità riconciliata”, frutto maturo prodotto dal movimento ecumenico; e come metodo il bisogno spirituale di nutrirci della fede dell’altro, fuggendo la tentazione di affermare: “non ho bisogno di te”.
Come, dunque, la differenza protestante può arricchire o quanto meno portare un
contributo alla riflessione sulla spiritualità eucaristica?